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Alcune settimane fa avevamo parlato del crescente aumento dei così detti cyberwarriors cinesi. Secondo quanto riportato dal NY Times, l’attacco che ha colpito i laboratori governativi statunitensi potrebbe avere come origine proprio la Cina. L’attacco è stato segnalato la scorsa settimana all’interno di un memorandum rilasciato dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, e distribuito a rappresentati della sicurezza pubblica e privata.

Il memorandum includeva la lista di indirizzi internet e siti web situati sul territorio cinese. Tuttavia, l’ Oak Ridge National Laboratory del Tennesse ha dichiarato che nessuna informazione riservata è stata compromessa. Al momento sono ancora in corso le indagini per appurare i danni derivati dall’intrusione.

L’attacco è stato descritto come un insieme di sofisticate tattiche per compromettere i sistemi del settore privato e governativo.

Dalle informazioni divulgate è stato possibile capire in che modo l’attacco è stato eseguito: gli attaccanti avevano inviato al personale del laboratorio delle email phishing, per 11 di queste è stato aperto il relativo allegato che ha permesso ai cyber criminali di ottenere un accesso al sistema.

L’episodio potrebbe essere descritto come un tentativo di spionaggio, ma ad ogni modo questo incidente sottolinea come i cinesi abbiano un ruolo fondamentale nell’economia mondiale, e considerando che il loro concorrente principale (gli Stati Uniti) è uno dei paesi più sviluppati a possedere le più sofisticate tecnologie, non è difficile prevedere che altri tentativi di hacking seguiranno quello avvenuto ai danni dei laboratori militari americani.