Internet of Things (IoT)

L’internet of things è un argomento di discussione sempre più in voga, in rapida evoluzione. Nuovi standard e tecnologie appaiono quotidianamente e non ci sono ancora segni tangibili di un unico protocollo che permetta la comunicazione fra dispositivi, servizi e applicazioni, senza compromessi. Gli standard del web e gli strumenti già esistenti forniscono il substrato ideale per lo scambio di dati fra dispositivi perennemente connessi.

Internet è un chiaro esempio di un network globale scalabile, di computer che interoperano attraverso piattaforme hardware e software eterogenee. Il web in cima a internet illustra bene come un insieme di standard aperti e relativamente semplici possano essere usati per costruire sistemi flessibili preservando efficenza e scalabilità.
Lo sviluppo di applicazioni composite sul Web, assieme alla loro disponibilità su una vasta gamma di dispositivi, desktop, laptop, tablet, smartphone, console etc. rendono il web un miscuglio di risorse e interfacce utili alla creazione di nuove soluzioni distribuite cloud-based.
Secondo un’analisi di Gartner, Inc. Nel 2016 avremo 6.4 miliardi di dispositivi connessi. Il 30% in più rispetto al 2015, con 5.5 milioni di nuovi dispositivi aggiunti ogni giorno e una previsione di 20.8 miliardi per il 2020, quasi 3 volte l’intera popolazione mondiale. Questo comporta la generazione di un’enorme mole di dati, il dato diverrà il vero nuovo prodotto e sempre più le aziende dovranno focalizzarsi sulla progettazione dell’esperienza utente in un mercato che vale 235 miliardi di dollari, con un incremento del 22% rispetto al 2015.
La diffusione di dispositivi sempre più piccoli, assieme alla crescente miniaturizzazione dei componenti e alla diffusione di dispositivi di controllo perennemente connessi hanno dato il via alle nuove tecnologie immersive su scala globale.
Questo è l’internet of things – un network globale di dispositivi, oggetti e persone, connesse.

L’Internet of Things (IoT) ha permesso a internet di espandersi all’infuori del browser. Queste “things” di cui si parla sono dispositivi elettronici capaci di interagire con il mondo fisico attraverso sensori che raccolgono e inviano dati. Attualmente questi dispositivi sono prodotti, progettati con uno scopo preciso in mente, un esempio tipico può essere un semplice bracciale che traccia l’attività fisica. Esso monitora e invia le informazioni grezze ad un’app che è in grado poi di elaborarle e analizzarle per fornire suggerimenti, stampare grafici e invogliare l’utente a proseguire nelle sue attività fisiche.
Quando si costruiscono dispositivi IoT, il processo è tipicamente suddiviso in due ruoli: un ingegnere progetta e crea il dispositivo fisico e uno sviluppatore l’ecosistema. Tuttavia, questo non è sempre vero. Nel caso di Javascript, la sua natura isomorfa permette ad un unico linguaggio di essere usato su più piattaforme differenti – incluso hardware.
Realizzare prototipi hardware e dispositivi connessi a internet è sempre stato qualcosa di complesso che solamente qualche ingegnere elettrico avrebbe mai potuto realizzare. Questa visione è cambiata completamente con l’introduzione di nuove board di sviluppo come Arduino, Particle, Raspberry Pi, Onion, Chip e molte altre.
Queste board di sviluppo mimano la scheda madre di un computer. Hanno canali di input e output, USB e alimentazione integrata, pin e altre estensioni che permettono l’aggiunta di componenti esterni. Il chip microcontrollore agisce come un processore, eseguendo il codice dell’applicazione e comunicando con input e output. Il microcontrollore è relativamente lento, specificatamente pensato per eseguire semplici task come la lettura di dati dai sensori.

Questo nuovo mercato ha aperto le porte ai molti appassionati di fai da te, elettronica e innovazione. Nasce proprio in questi anni il movimento dei “Maker”, una parola abbastanza recente. Nel passato, chiunque facesse innovazione nella propria cantina veniva chiamato “bricoleur” o semplicemente inventore. Il movimento dei maker riguarda principalmente l’idea di poter pensare, progettare e realizzare qualcosa, rompendo le barriere dei costi, degli strumenti o della necessità di grosse catene di produzione. Stampanti 3D, computer in miniatura e altri strumenti hi-tech a buon mercato hanno reso questo mondo accessibile a chiunque.
Lo stesso movimento che ha guadagnato molta popolarità negli ultimi anni ha allargato il mercato delle board di sviluppo, e adesso c’è un’ampia offerta, ognuna con le proprie caratteristiche. La comptezione ha fatto si che ci si concentrasse su alcune feature punti di forza della board, come il reparto comunicazione: wifi e bluetooth, la dimensione, la capienza della batteria o ancora, il linguaggio di programmazione che è possibile eseguire sulla board stessa. Tutte caratteristiche importanti da tenere in considerazione quando si intraprende un nuovo progetto di sviluppo.

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