Molti di voi in questi giorni avranno sentito parlare di Wikileaks. Il sito web del giornalista Assange, che ha divulgato sul web informazioni top secret su vari misfatti di Guerra.

Al giornalista “senza peli sulla lingua” sono toccati vari mandati di arresto, nonchè altre azioni “ingiustificate” da parte di paypal, visa, mastercard, PostFinance, amazon, everydns che hanno precluso la possibilità di effettuare donazioni al sito wikileaks o di rimanere sui server (ovviamente già prontamente irragiungibile in vari stati, nonostante il trasferimento da un server all’altro).

E’ chiaro che a molti non è andato giù il fatto che il giornalismo portato avanti da Assange, con principi di trasparenza e giustizia nei confronti di chi ha subito in prima persona torti dal governo, sia stato un fenomeno discreditante nei confronti di molte superpotenze, che con fervore cercano di mantenere nascoste varie vicende di guerra e non.

Hackers in azione per difendere wikileaks

La portata mediatica di Wikileaks è stata tale da scatenare l’ira di molti internauti. In particolare un gruppo di hacker fondato nel 2003 dal nome “Anonymous“, con l’operazione soprannominata: “Operation Payback“, ha incitato migliaia di utenti ad attaccare letteralmente i siti visa.com e mastercard.com con uno script del genere e con l’intento di saturare la banda a loro disposizione, riuscendoci, di fatti i siti sono rimasti down per qualche ora.

while true; do wget -O /dev/null http://www.mastercard.com/images/mc_splash_view.jpg; done;

Fuoco, fuoco, fuoco” recita su twitter il gruppo che ha condotto l’attacco.

Attualmente non si sa con precisione le accuse rivolte al giornalista Assange. Nè tanto meno la durate del suo soggiorno in prigione. Wikileaks ha fatto aprire gli occhi al mondo intero. Ed i governi temono ulteriori fughe di informazioni.