Un ingegnere Iraniano fa luce sulla vicenda del drone Americano, e il suo dirottamento avvenuto qualche settimana fa.
Le notizie diffuse da questo ingegnere Iraniano sembrano vertere su una debolezza nel sistema di navigazione del drone. Infatti il suo dirottamento è stato possibile con un cyber-attacco che ha coinvolto il suo sistema di posizionamento globale (GPS).

La tecnica, conosciuta come “GPS Spoofing”, è in giro da parecchi anni, e gli iraniai hanno iniziato a studiarla già dal 2007.
Il segnale GPS delle forze militari statunitensi è insicuro, e un drone militare fa affidamento su più satelliti GPS.
E’ possibile beffare i sistemi GPS di terminali comuni perchè privi di crittografia. Ma i ricevitori gps militari utilizzano comunicazioni cifrate con P(Y) per comunicare col satellite.
Con il GPS Spoofing, l’attaccante fornisce un falso segnale GPS, che convince il ricevitore a cambiare rotta poichè si trova nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Inoltre, un attacco di questo tipo può essere portato a termine senza avere particolari conoscenze di elettronica, computer o sistemi GPS.

Il drone preso di mira era impiegato in operazioni di sorveglianza in Pakistan e nella caccia all’uomo contro Osama Bin Laden, prima che venisse ucciso in un raid militare, a maggio.
Lo ricordiamo, il drone è precipitato nella zona Est dell’Iran, lontano miglia da vari siti nucleari iraniani. Adesso è tempo di credere in una produzione di massa di questi droni avanzati da parte dell’Iran. Effettuando sul veivolo dirottato, svariate operazioni di Reverse Engineering. (Con la speranza che migliorino il sistema GPS 🙂 )

Qua in calce all’articolo, un video sul funzionamento della tecnica del GPS Spoofing.